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domenica 22 settembre 2013


 Seul contre tous.      Gaspar Noé,1998
MORALE
-Sai cos'è la morale?
-Lascia che te lo spieghi.
-La morale è per la gente che ha,per i ricchi.
-E chi ha sempre ragione?
-Il ricco. E il povero è colui che è fottuto.
GIUSTIZIA
-Dovrei mostrarti la mia morale?
-Ti spaventerai. Qui è la mia morale. La morale è questa.(mostrando una pistola)
...
Gaspar Noé ti vomita subito in faccia tutto il film, tutto quello che pensa, subito, all'istante, senza tregua,senza darti il tempo di prendere fiato, senza titoli di testa nè niente. 
Ti dice quello che per lui è importante, la realtà senza alcuna forma di filtro o censura, Seul contre tous (seguito del corto Carne) è un film sulla vita, ma non solo sulla vita del macellaio, Seul contre tous è il NOSTRO film, un film che dovrebbe toccarci tutti, dal borghese (per riprendere le parole del film) al povero. Gaspar Noé ti dice subito che se sei ricco gli stai sul cazzo, perchè nella società coloro che hanno diritto alla giustizia  sono i ricchi e i poveri lo prendono sempre al culo. Non sto usando queste parole per farmi figo, ma sto usando le parole esatte del film. Seul contre tous è uno sfogo violento e crudo di un uomo che non ne può più della sua vita e della società che lo circonda. Il film è costruito in maniera frenetica, quasi senza dialoghi, ma pieno di lunghi monologhi del protagonista e di scritte su uno sfondo nero che rappresentano il tema del film. Il nostro protagonista è un macellaio, un uomo che dalla vita non ha avuto nulla,se non tormento e disperazione, tutta la sua vita è sbagliata e l'unica cosa buona che ha è sua figlia. Il macellaio è un uomo senza morale, che non ha paura di mettere la mani su sua figlia, pur essendo l'unica cosa rimastagli. Se sei povero non hai amici, quando sei povero e hai anche la fedina penale sporca di sangue hai finito, non hai più diritto alla vita, nessuno ti riconoscerà nel momento del bisogno, e sarai costretto a strisciare come un verme.

Ma il macellaio non è disposto a strisciare nè ad elemosinare, ed ecco che ritorna il dialogo iniziale, la pistola è l'unica sua morale, con quella si sente al sicuro, con quella la sua vita ha un senso, con quella potrà cambiare il suo destino. Per il macellaio siamo tutti uguali, non siamo altro che pezzi di carne alla fine, e non dovremmo aver paura della morte, l'odio è il sentimento prevalente in questo film, l'odio verso la sua nuova moglie, l'odio verso la gente che non vuole dargli lavoro, l'odio verso ogni persona che incontra. Seul contre tous è un film tristissimo, che ti fa sempre più incazzare, un film disturbante ma allo stesso tempo anche toccante.

...Nascere di malavoglia, mangiare, agitare il proprio cazzo, far nascere e morire. La vita è un grande vuoto, è sempre stata e lo sarà sempre. Un grande vuoto che potrebbe svolgersi perfettamente senza me.

 FILM COMPLETO

giovedì 19 settembre 2013

 Dolls.    Takeshi Kitano, 2002

Kitano ci abbandona di nuovo, per la terza volta. E questa volta lo fa con un film che quasi "sconvolge" la sua filmografia. Il titolo del film fa riferimento alla prima scena del film, cioè quella delle bambole, che rappresentano un'antica tradizione in Giappone. Già dalla prima scena, avvertiamo che la poetica di Kitano è cambiata, infatti dopo il sanguinoso Brother, ci si aspettava un'altra produzione USA ed invece no, Kitano torna in patria per comporre questa opera d'arte, Dolls con una regia posata, senza particolari colpi di scena,racconta tre storie che si avvicinano tra loro, ma senza mai sfiorarsi nè toccarsi. Dolls è un inno alla vita, però raccontato attraverso uno sguardo maledettamente triste e veritiero, che arriva nei nostri cuori e riesce a toccare ognuno di noi. E' questo il bello di Dolls, ognuno può decidere in quale personaggio immedesimarsi, se nei due innamorati legati da una corda, se nello yakuza o se nella cantante sfigurata. E' un viaggio attraverso tre "epoche" diverse, tre vite diverse ma che hanno un fattore che le accomuna: l'amore. Per Kitano forse l'amore è qualcosa che va oltre, amare vuol dire anche prendersi cura di una persona, aiutarla e cercare di trovare l'oggetto della sua felicità. Il primo episodio è sicuramente il più triste, infatti Kitano  dipinge nei nostri occhi l'animo di una ragazza che delusa da un'amore finito male, si rifugia nel suicidio, ma che non avverrà grazie al ritorno del suo amante, che si prenderà cura di lei fino alla fine del film, dal finale disarmante.
Interessante è la figura dello yakuza visto sotto un altro punto di vista questa volta, mentre nei suoi film precedenti Kitano raffigurava lo yakuza come un animale violento ed istintivo, in Dolls si placa quasi la sua ira grazie ad una donna rivista dopo molti anni. Dolls come ho già detto è una sinfonia triste sulla vita, che purtroppo non lascia scampo a nessuno, la morte travolge tutti, ma in maniera quasi dolce. E ritornano di nuovo le bambole Bunraku, ci guardano, ci fissano con i loro visi spenti e scompaiono nel buio. Le immagini di Dolls sono davvero paragonabili a quadri, grazie alla magnifica fotografia di Yanagishima e alla magnifica colonna sonora, che questa volta si supera, di Hisaishi, una musica triste e disarmante, come il finale del film, disarmante come i paesaggi inquadrati da Kitano durante il lungo pellegrinaggio dei due innamorati verso il nulla. Dolls è la storia delle marionette (che abbiamo visto all'inizio) che però prendono forma, un'incursione negli animi afflitti e disperati degli uomini e una sinfonia di morte corrisposta all'amore più sincero.