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giovedì 19 settembre 2013

 Dolls.    Takeshi Kitano, 2002

Kitano ci abbandona di nuovo, per la terza volta. E questa volta lo fa con un film che quasi "sconvolge" la sua filmografia. Il titolo del film fa riferimento alla prima scena del film, cioè quella delle bambole, che rappresentano un'antica tradizione in Giappone. Già dalla prima scena, avvertiamo che la poetica di Kitano è cambiata, infatti dopo il sanguinoso Brother, ci si aspettava un'altra produzione USA ed invece no, Kitano torna in patria per comporre questa opera d'arte, Dolls con una regia posata, senza particolari colpi di scena,racconta tre storie che si avvicinano tra loro, ma senza mai sfiorarsi nè toccarsi. Dolls è un inno alla vita, però raccontato attraverso uno sguardo maledettamente triste e veritiero, che arriva nei nostri cuori e riesce a toccare ognuno di noi. E' questo il bello di Dolls, ognuno può decidere in quale personaggio immedesimarsi, se nei due innamorati legati da una corda, se nello yakuza o se nella cantante sfigurata. E' un viaggio attraverso tre "epoche" diverse, tre vite diverse ma che hanno un fattore che le accomuna: l'amore. Per Kitano forse l'amore è qualcosa che va oltre, amare vuol dire anche prendersi cura di una persona, aiutarla e cercare di trovare l'oggetto della sua felicità. Il primo episodio è sicuramente il più triste, infatti Kitano  dipinge nei nostri occhi l'animo di una ragazza che delusa da un'amore finito male, si rifugia nel suicidio, ma che non avverrà grazie al ritorno del suo amante, che si prenderà cura di lei fino alla fine del film, dal finale disarmante.
Interessante è la figura dello yakuza visto sotto un altro punto di vista questa volta, mentre nei suoi film precedenti Kitano raffigurava lo yakuza come un animale violento ed istintivo, in Dolls si placa quasi la sua ira grazie ad una donna rivista dopo molti anni. Dolls come ho già detto è una sinfonia triste sulla vita, che purtroppo non lascia scampo a nessuno, la morte travolge tutti, ma in maniera quasi dolce. E ritornano di nuovo le bambole Bunraku, ci guardano, ci fissano con i loro visi spenti e scompaiono nel buio. Le immagini di Dolls sono davvero paragonabili a quadri, grazie alla magnifica fotografia di Yanagishima e alla magnifica colonna sonora, che questa volta si supera, di Hisaishi, una musica triste e disarmante, come il finale del film, disarmante come i paesaggi inquadrati da Kitano durante il lungo pellegrinaggio dei due innamorati verso il nulla. Dolls è la storia delle marionette (che abbiamo visto all'inizio) che però prendono forma, un'incursione negli animi afflitti e disperati degli uomini e una sinfonia di morte corrisposta all'amore più sincero.

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